14 Giu 2019
#Welfare AziendaleCentro Servizi Welfare ha partecipato al “WELFARE AZIENDALE VS PERSONE E TERRITORI” del 28 maggio 2019 organizzato in collaborazione con CISL VERONA per discutere sulle “Linee Guide per la costruzione di Piani di Welfare Aziendale territoriale, integrato e generativo”.
Centro Servizi Welfare sottolinea come la potenzialità del Welfare aziendale stia nel poter costruire ponti tra lavoratori e territorio. Il Welfare infatti è un sistema integrato di interventi, non qualcosa di standardizzato che si acquista, ma un qualcosa che si costruisce con le persone che ne fruiranno e con le realtà presenti nel territorio.
Il Welfare non è statico, non è un buono, non è una piattaforma o uno scambio di beni; il welfare è un insieme di misure ed interventi volti a garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini in ogni fase della vita.
C’è un modo diverso di fare Welfare Aziendale?
Il nuovo modello di welfare aziendale che Centro Servizi Welfare propone, integra ciò che il mondo della cooperazione sociale locale può fare con ciò che il territorio offre e nello stesso tempo apre i propri servizi al territorio facendolo crescere.
Centro Servizi Welfare nasce da un’esperienza di cooperazione consortile e fa propri 30 di esperienza cooperativa con uno sguardo alle persone, ai bisogni e ai territori in situazioni socio-economiche in continuo cambiamento.
A partire da un’esperienza concreta in progettazione e gestione di servizi alle persone, Centro Servizi Welfare propone un welfare aziendale fatto di servizi di qualità diffusi sul territorio, capace di generare posti di lavoro per un’economia circolare. Un welfare cooperativo, basato su un sistema di rete, co-progettato ed erogato in collaborazione con gli Enti e le realtà territoriali.
Questo tipo di welfare centrato sul dialogo e sullo sguardo al territorio garantirebbe crescita economica, lavoro e un impatto territoriale per il benessere comune sostenibile: unire sviluppo economico e benessere vuol dire portare sul territorio risorse umane ed investimenti economici, così anche l’impresa cresce perché solo all’interno di un territorio florido le imprese possono prosperare.
Da dove nasce il Welfare Aziendale? Oggi se ne parla tanto e in tanti modi diversi, ma è importante non dimenticare da dove viene per non perderne i valori che stanno alla base.
Tra ‘800 e ‘900 si sviluppano le prime forme di protezione sociale e di Welfare pubblico in risposta a bisogni di sicurezza, protezione, cura, istruzione ecc. (Primo Welfare). Dagli anni ‘70 fino ad oggi, si apre la stagione dei diritti, i bisogni si diversificano, diventano specifici di gruppi di cittadini e di territori; si sviluppa un sistema di Secondo Welfare, a finanziamento non pubblico, che integra, potenzia e specializza il Primo Welfare.
In questo scenario di diversificazione, si rafforza del ruolo del Terzo Settore e si manifestano anche le prime forme di Welfare Aziendale, legate prevalentemente a iniziative volontarie di alcuni imprenditori che avevano capito che per promuovere lo sviluppo delle proprie imprese, magari in contesto difficili, era necessario agevolare la vita dei propri lavoratori offrendo una serie di servizi che il territorio non offriva.
Che si trattasse di Primo Welfare, Secondo Welfare, Welfare di Fabbrica ecc. il focus era sempre quello di rispondere a bisogni e necessità di carattere sociale di gruppi di persone, garantendone benessere, sicurezza e opportunità di crescita.
Con la legge di stabilità 2016 e la defiscalizzazione delle misure di Welfare Aziendale si rischiano di perdere le motivazioni che hanno portato al riconoscimento del valore del Welfare Aziendale come strumento di protezione e promozione sociale, mentre cresce il rischio di cadere in forme di business fortemente concorrenziali, dove il welfare viene standardizzato, voucherizzato e mercificato in uno scenario che non guarda più alle persone e alle famiglie ma agli utili.
Welfare Aziendale is the new marketing?
I principali rischi di un Welfare Aziendale ridotto a voucher e lontano dalle persone, si manifestano in: un progressivo impoverimento del territorio che viene spogliato di risorse per lo sviluppo dei servizi; e un generale senso di frustrazione dei lavoratori che si trovano costretti a spendere i propri Conti Welfare all’interno di sistemi digitali che non rispondono realmente ai bisogni.
Un Welfare Aziendale costruito su misura e pensato in modo circolare e territoriale può diventare motore di sviluppo e di cambiamento, portando le aziende ad avere un ruolo fondamentale nella crescita socio-economica dei territori e determinandone un rafforzamento dell’immagine e del ruolo sociale.
Gestire bene il welfare aziendale significa rendere partecipi i lavoratori del proprio futuro.
“Sembra sempre impossibile, finché non viene fatto.” - Nelson Mandela
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