13 Nov 2019

#Servizi alla persona #Benessere #Disabilità Disabilità: il Dopo di Noi

Disabilità: il Dopo di Noi

Con l’articolo precedente “Quale futuro sulla disabilità?” abbiamo introdotto la difficile tematica delle responsabilità e del peso dell’assistenza da parte delle famiglie nei confronti di persone con disabilità. 

Approfondiamo, oggi, le difficoltà delle famiglie che provano un forte senso di abbandono e soffrono della preoccupazione per il futuro dei propri figli, per il”dopo di noi”.

 

Considerato che l’ambito scolastico aiuta le persone con disabilità e fragilità nell’inclusione sociale e gioca un ruolo importante di accompagnamento anche per le famiglie, finita questo periodo i ragazzi (ormai adulti) sono destinati nella maggior parte dei casi a rimanere in casa con i genitori.

Dopo la scuola le persone con disabilità intellettive diventano invisibili, con ridotte possibilità di inserimento sociale e lavorativo, senza esercitare il loro diritto di pari opportunità. 

Esiste una correlazione tra disabilità e rischio di povertà, non è solo una percezione, ma un dato confermato dai numeri. In Italia il 30% dei cittadini disabili con limitazioni funzionali è a rischio povertà ed esclusione sociale: lo rileva l’Eurostat. 

Ne derivano le preoccupazioni per l’autonomia o semi-autonomia delle persone con disabilità nel momento in cui la famiglia non sarà più presente per l’assistenza, in seguito alla scomparsa di genitori e propri cari.

Nel desolato panorama fin qui illustrato, arriva un’ulteriore conferma alla principale preoccupazione delle famiglie, ovvero quella per il futuro dei loro figli con disabilità, una volta che loro non potranno più prendersene cura. Nel tempo - conclude infatti il Censis - aumenta il senso di abbandono delle famiglie e cresce la quota di quelle che lamentano di non poter contare sull'aiuto di nessuno pensando alla prospettiva di vita futura dei propri figli disabili.

Mentre tra i genitori di bambini e ragazzi Down fino a 15 anni la quota di genitori che pensa a un 'dopo di noi' in cui il proprio figlio avrà una vita autonoma o semi-autonoma varia tra il 30% e il 40%, tra i genitori degli adulti la percentuale si riduce al 12%. La quota di genitori di bambini e adolescenti autistici che prospettano una situazione futura di autonomia anche parziale per i loro figli (23%) si riduce ancora più drasticamente (5%) tra le famiglie che hanno un figlio autistico di 21 anni e più.

Una fotografia che fa davvero riflettere, e che dovrebbe portare a un ripensamento delle misure di welfare per tutte quelle famiglie che sono costrette a vivere l'assistenza a un parente disabile come un peso.” (disabili.com)

Un approccio fondamentale per l’integrazione dei soggetti disabili è quello di mettere le basi per l’autosufficienza con l’intento di permettere ai soggetti con disabilità di vivere uno stile di vita normale, caratterizzato da scuola, lavoro, tempo libero, amicizie, amori e così via, senza differenze.

Ma tali principi ancora faticano ad essere attuati concretamente.

Leggi l’articolo completo sulla correlazione tra povertà, occupazione e disabilità:

https://www.disabili.com/aiuto/articoli-qaiutoq/le-persone-con-disabilita-sono-piu-a-rischio-poverta-dati-e-numeri

 

 


 


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