13 Ago 2018

#Benessere #Donna #Welfare Aziendale FERITA EMOTIVA:LA SOLITUDINE

FERITA EMOTIVA:LA SOLITUDINE

Non si sente molto parlare di come mantenere il proprio benessere psicologico, mentre blog, riviste e pagine Facebook sono gremite di consigli su come mantenersi in forma, su quali siano le abitudini alimentari migliori da adottare, o gli sport praticabili in ogni stagione.

La differenza di importanza attribuita alla salute fisica rispetto a quella mentale è così evidente al punto che anche i bambini più piccoli riconoscono l’importanza di mantenere una buona igiene orale e di medicarsi quando si sbucciano un ginocchio, ma spesso non vengono insegnate loro tecniche per curare delle ferite emotive, quali ad esempio rifiuto, fallimento o solitudine.

Prediamo ad esempio la solitudine, una ferita emotiva che può presentarsi in qualsiasi fase della nostra vita, sia in modo progressivo, quando un amico si sposa, un’altra si trasferisce per lavoro e improvvisamente la cerchia di amicizie si restringe notevolmente, sia in modo drastico quando si perde una persona cara, o si entra in un nuovo contesto lavorativo.

Quando una di queste situazioni si verifica, è difficile percepire immediatamente il sentimento di solitudine, perché si vive circondati da colleghi o da persone che frequentano lo stesso supermercato o la stessa palestra, ma si diventa sempre più emotivamente e socialmente distaccati, fino al punto di non voler conoscere nessuno di nuovo o preferire l’isolamento ai contesti sociali, per paura di essere rifiutati. Spesso la solitudine porta a distorcere le percezioni e confonde i pensieri, portando a pensare che alle persone intorno importi meno di quanto in realtà non sia.

E queste sono solo alcune delle conseguenze, la solitudine infatti può danneggiare anche la salute, determinando un aumento della pressione arteriosa, un aumento del livello di stress ed un malfunzionamento del sistema immunitario.

E quindi che fare? Ecco alcuni piccoli consigli per iniziare a curare questa ferita emotiva:

  • Entrare in azione: significa accettare che la solitudine può distorcere le proprie percezioni e provare a dare più fiducia alle persone. Un buon sistema per farlo è ripensare ad almeno a 5 persone con cui si aveva un buon rapporto nel passato e riconnettersi con loro, anche se può intimidire e sembrare imbarazzante.
  • Dare il beneficio del dubbio: Cercare di non partire prevenuti, pensare che andrà male, perché altrimenti si assumono atteggiamenti che fanno realizzare le aspettative negative, (Dopotutto non c’è nulla da temere, se si era amici in passato è improbabile che l’incontro vada male).
  • Adottare un approccio positivo: non pensare ai motivi per cui si sono persi i contatti o di chi fosse la colpa, bisogna cercare di trasmettere positività e voglia di rivedere queste persone. Importante in questa fase è forzarsi di pensare positivo, anche se può sembrare molto difficile, e adottare la filosofia del “fake it untill you make it”, (fingi, fino a quando non ci riesci), la stessa che si usa quando ci si è appena iscritti in palestra: all’inizio si va controvoglia e un po’ forzandosi, ma poi appena ci si rimette in forma e si vedono i primi risultati diventa stimolante e divertente.

Questi sono semplici consigli, e spesso parlare con qualcuno potrebbe essere essenziale e veramente aiutare, soprattutto ad individuare queste “trappole della mente” e a disinnescare circoli viziosi creati dalle emozioni e dalle percezioni.

Se hai bisogno di parlare di parlare con qualcuno e non sai a chi rivolgerti attraverso il Centro Servizi Welfare possiamo metterti in contatto con professionisti del settore. Chiama il numero 045 25 84 774, o visita il nostro sito web!

 

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