4 Mar 2018
#Benessere #DonnaVi è mai capitato di chiedervi cosa sia la felicità e come raggiungerla?
Sono domande impegnative, che irrompono nella testa di tutti nei momenti di crisi o fatica, quando non si sa più a che santo votarsi.
Secondo diversi studi la felicità e il benessere non dipendono esclusivamente da fattori come ricchezza e posizione sociale, ma anche da quei beni detti relazionali.
Dicono che la capacità delle donne di assumere più ruoli contemporaneamente, ovvero di essere multitasking come: lavoratrice, madre, moglie, compagna, educatrice, assistente ecc.; investendo grandi energie proprio in questi beni relazionali, aumenterebbe la qualità percepita del benessere, perché nonostante le fatiche quotidiane sarebbero maggiori le gratificazioni che ne derivano in termini di relazioni ed emozioni …
Dicono che la capacità di essere multitasking è una delle componenti chiave del benessere perché permette di trarre benefici da ogni ambito: il lavoro offrirebbe indipendenza economica e crescita dell’autostima; la famiglia, con i figli, i genitori, la casa, il cane, il gatto, il giardino ecc., garantirebbe affetti e relazioni; l’essere attive in gruppi locali o coltivare le proprie passioni svilupperebbe un senso di realizzazione personale e sociale …
Dicono …
Ma è davvero così? Il lavoro, la famiglia, gli impegni danno davvero soddisfazione, consentono davvero di raggiungere un buon livello di benessere o sono più spesso fonte di stress perché: non c’è il tempo di fare tutto e ogni giornata si trasforma in una corsa ad ostacoli; il lavoro sì c’è, però per il fatto che si è scelto di avere una famiglia magari si è dovuto rinunciare alla possibilità di una carriera perché non si avevano gli strumenti e i servizi per conciliare vita, famiglia e lavoro?
Quante volte si sono sentite amiche che hanno dovuto chiedere un part-time, non perché lo volessero, ma perché era l’unico modo per potersi prendere cura dei propri figli? Quante altre volte si sono ascoltati racconti di neo-mamme che si sono viste “de-mansionare” al rientro dalla maternità? L’istat ha rilevato che nel 2016 più del 40% delle domande di dimissioni provenienti da donne hanno avuto come motivazione l’impossibilità di conciliare il lavoro e la famiglia e la mancanza di servizi di welfare pubblici, privati o aziendali.
Davvero il benessere è donna?
In realtà oggi il problema della conciliazione vita, famiglia e lavoro e l’assenza di politiche locali coordinate e integrate fa sì che molte donne soffrano di disturbi da stress, con la percezione che la vita sia una “gabbia”; in casi estremi il senso di malessere e disagio può portare anche a stati di burn out personale e genitoriale.
Come uscirne allora?
Una soluzione unica per tutto e per tutte non c’è, ogni famiglia e ogni donna hanno le loro caratteristiche ed esigenze organizzativi, però c’è qualcosa che si può iniziare a fare per non sentirsi fagocitare dalla “gabbia” degli impegni quotidiani:
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